- Introduzione
- Il bilancio di sostenibilità
- Il contenuto del bilancio di sostenibilità
- Obbligatorietà del bilancio di sostenibilità
Introduzione
Oggi il valore di un’impresa non è più basato esclusivamente su risultati economici, ma bensì su una valutazione globale che include anche indici riguardanti l’impatto ambientale e sociale che la stessa produce.
Il bilancio di sostenibilità, che rappresenta una grande opportunità per le imprese, ha lo scopo di rendere note a tutti gli interessati anche queste ulteriori informazioni.
In questo breve articolo vediamo di cosa si tratta e quando la sua redazione è obbligatoria per le imprese.
Il bilancio di sostenibilità
Il bilancio di sostenibilità, o report di sostenibilità, è una rendicontazione annuale che ha lo scopo di comunicare l’impatto di sostenibilità dell’impresa.
Il suo fine primario è quello di rendere noti i risultati ambientali e sociali che l’impresa che lo redige ha generato con la propria attività.
Il bilancio di sostenibilità implica anche l’assunzione di una responsabilità (c.d. accountability) nei confronti degli stakeholder per quanto riguarda le performance effettivamente raggiunta dall’impresa rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
La differenza con il bilancio di esercizio
Per non creare confusione è utile sottolineare la differenza con il bilancio di esercizio, che si definisce come l’insieme di documenti contabili che un’impresa è tenuta a redigere.
Questo bilancio ha lo scopo di accertare in modo corretto e veritiero la situazione economico-finanziaria e il risultato economico dell’impresa stessa al termine di un periodo di riferimento.
Il contenuto del bilancio di sostenibilità
La Direttiva numero 95 del 2014 (2014/95/UE) anche detta Direttiva sull’informativa non finanziaria (NFRD), delinea il contenuto del bilancio di sostenibilità, il quale deve riguardare:
- questioni ambientali;
- rispetto dei diritti umani;
- questioni sociali anche riferite al trattamento dei dipendenti;
- caratteristiche personali dei componenti degli organi dell’impresa (genere; età; percorso formativo e professionale);
- anticorruzione e anti concussione.
E’ inoltre fondamentale che nel bilancio di sostenibilità siano analizzate e rappresentate le performance raggiunte dall’impresa rispetto all’ampio concetto di sostenibilità.
A chi è rivolto il bilancio di sostenibilità
Il bilancio di sostenibilità si rivolge a tutte le parti interessate (stakeholder) all’impatto che può avere l’impresa che lo redige.
Il bilancio di sostenibilità può rivolgersi dunque, a titolo esemplificativo, a fornitori, investitori, finanziatori, dipendenti e clienti.
Obbligatorietà del bilancio di sostenibilità
L’Unione Europea, nel Libro Verde della Commissione del 2001, inquadra il bilancio di sostenibilità come un’integrazione “volontaria”.
Successivamente il Ministero dell’Interno definisce il “Bilancio sociale” come “l’esito di un processo in cui l’amministrazione rende conto” delle scelte effettuate in un determinato periodo, con lo scopo di permettere a terze parti di avere gli elementi per “formulare un proprio” giudizio sull’espletamento della missione istituzionale e del mandato.
Permane anche in questo caso la volontarietà delle comunicazione che l’impresa fa in merito ai risultati ambientali e sociali ottenuti nello svolgimento della sua attività.
Con la Direttiva numero 2022/2464 Corporate Sustainability Reporting Directive, il bilancio di sostenibilità diviene obbligatorio secondo la seguente linea temporale:
- Dal 1° gennaio 2024 per le imprese con più di 500 dipendenti (dette anche grandi imprese);
- Dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese che, alla data della chiusura dell’esercizio, superano almeno 2 dei seguenti requisiti: 250 dipendenti medi per anno; 40 milioni di ricavi netti; 20 milioni di attivo totale;
- Dal 1° gennaio 2026 per le piccole e medie imprese (PMI) e per le altre imprese quotate.
Molto importante è inoltre l’obbligo di produzione del report di sostenibilità anche per le imprese non facenti parte dell’Unione Europea che realizzano più di 150 milioni di ricavi netti derivanti da prestazioni e vendite nell’Unione Europea, e che, sempre in territorio Europeo, hanno almeno un’impresa figlia o succursale.
Quanto detto non esclude che le imprese possano in ogni caso redigere volontariamente il bilancio di sostenibilità.
In collaborazione con Taiao S.b.r.l. Taiao | Il social della Sostenibilità

