- Introduzione
- Cosa è il work for equity
- A cosa serve il work for equity
- Come funziona il work for equity
- Presupposti
- Scenari futuri del work for equity: nuovo Disegno di Legge sulle startup
Introduzione
Per costituire, far crescere una società e per scalare, sono spesso necessarie prestazioni qualificate e altamente professionalizzate che possono avere costi molto elevati.
D’altro canto, le imprese, soprattutto se di piccola dimensione o di nuova costituzione, possono non disporre della liquidità per fare fronte a questo impegno economico.
A questo proposito si rivela molto utile lo strumento del work for equity che permette alle startup innovative e alle PMI innovative di assegnare ai prestatori d’opera e servizi quote o o partecipazioni sociali.
In questo modo l’impresa può ottenere queste prestazioni senza la necessità di avere a disposizione le relative risorse finanziarie, e allo stesso tempo.
Cosa è il work for equity
Il work for equity è una forma di remunerazione molto utile nelle startup innovative e nelle PMI (piccole e medie imprese) che necessitano di prestazioni sia lavorative che professionali, spesso non disponendo della liquidità necessaria per far fronte alle spese relative ai compensi.
Grazie al work for equity possono essere infatti remunerati con mezzi differenti rispetto al pagamento in denaro, i consulenti delle imprese, i professionisti e in generale coloro che prestano opere o servizi.
Si tratta di un contratto (atipico) introdotto per le startup innovative con il D.L. n. 179/2012 (Startup Act), ed esteso alle PMI innovative con il D.L. 3/2015.
A cosa serve il work for equity
Il work for equity ha sostanzialmente una duplice funzione.
Da un lato è utile per l’impresa che necessita di prestazioni professionali da parte di collaboratori esterni.
Dall’altra parte consente ai prestatori della propria opera o del proprio servizio, di essere incentivati nell’attività grazie alla partecipazione agli utili societari nonché grazie alle agevolazioni fiscali correlate a questo strumento.
Come funziona il work for equity
Il work for equity dunque è una forma di remunerazione che è possibile prevedere per i prestatori di opere e servizi.
Gli strumenti utilizzati nel work for equity sono quelli delle partecipazioni sociali.
Al lavoro svolto dai professionisti/prestatori, invece che il pagamento, corrisponde l’assegnazione di quote o azioni.
Presupposti
Per l’utilizzo dello strumento del work for equity, è necessario il rispetto di alcuni presupposti che possiamo sintetizzare di seguito.
Il presupposto “oggettivo”
Tra i presupposti per l’applicazione di questo strumento si deve considerare anzitutto quello che possiamo definire “oggettivo”. Infatti, è importante sottolineare che il work for equity non può essere utilizzato da tutte le tipologie di impresa, ma solo dalle startup innovative e dalle PMI innovative.
Il presupposto “soggettivo”
Dal punto di vista “soggettivo”, invece, lo strumento è applicabile a tutti i prestatori di opere o servizi, diversi dai lavoratori dipendenti e dai collaboratori continuativi (per queste due categorie vengono previsti altri strumenti chiamati “piani di incentivazione”).
La previsione “statutaria” e le tipologie di società
La previsione dell’utilizzo del work for equity (così come quella di emettere strumenti finanziari partecipativi) deve essere specificamente inserita nello statuto.
A questo proposito è necessario sottolineare che se è vero che il work for equity può essere previsto per le società di capitali ( per un piccolo approfondimento sulla differenza tra società di persone e società di capitali: Società di persone e società di capitali: principali differenze – The Legal Nook (antonellolawfirm.com), bisogna sottolineare che potrebbero riscontrarsi limitazioni del suo utilizzo nella società a responsabilità limitata semplificata, poiché per queste è prevista l’adozione di uno statuto standard non modificabile e nel quale non viene prevista la possibilità di utilizzare lo strumento del work for equity.
Scenari futuri del work for equity: nuovo Disegno di Legge sulle startup
Ad oggi lo Startup Act rappresenta il principale riferimento normativo in ambito di startup innovative, ma è doveroso un cenno alla recente approvazione (luglio 2024), da parte del Consiglio dei Ministri, di un Disegno di Legge che contiene alcune importanti novità in materia.
Nel Disegno non è stato inserito alcuno specifico riferimento al work for equity (o ai piani di incentivazione), ma ad attirare l’attenzione in riferimento al tema è la previsione riguardante l’obbligo di assumere almeno un dipendente.
Questa indicazione, male si innesta in un ecosistema che nella pratica si basa spesso sulle competenze apportate a titolo gratuito dai founder e dai soci, oppure dal work for equity o dai piani di incentivazione.
Si deve ricordare che il Disegno di Legge non ha ancora completato l’iter di approvazione, quindi, sul punto, non resta che attendere l’eventuale evoluzione.

